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ZAMBIA - "Costruiamo futuro"

Emancipazione femminile e tutela di minori vittime di violenza a Lusaka

Anno di inizio

2022

Contesto

Il progetto si realizza a Kanyama, il più esteso e popolato slum di Lusaka, la capitale zambiana, e in due aree confinanti, i compound (così vengono chiamati gli slum nello Zambia) di John Laing e Chibolya.
Si tratta di insediamenti informali, di recente formazione, sovrappopolati, dove a fronte di problemi socio-sanitari particolarmente gravi, sono pressoché assenti i servizi pubblici essenziali e dove la presenza di Ong locali o internazionali risulta essere insufficiente.

Non esistono dati ufficiali sulla popolazione di questi slum e andrebbero in ogni caso aggiornati annualmente a causa del continuo aumento della popolazione proveniente dalle campagne, che si insedia in queste aree periferiche della capitale.
Si stima che oggi la popolazione complessiva di Kanyama, John Laing e Chibolya sia intorno al milione di individui.
Nello slum non esistono fognature; i residenti utilizzano per lo più latrine a fossa; la fornitura di acqua potabile dipende da pozzi superficiali o da venditori di taniche d'acqua; l'erogazione di corrente è interrotta molto frequentemente ciò blocca anche la fornitura di acqua, che non può essere erogata se la pompa non è alimentata.
Le conseguenze igienico sanitarie di questa situazione sono drammatiche, soprattutto nel periodo delle piogge, quando regolarmente pressoché ogni anno, esplodono epidemie di colera, che sempre coinvolgono Kanyama e dintorni.

Questi slum presentano diverse problematiche emergenziali:
• Bambini e giovani intrappolati nel circolo vizioso della povertà e per i quali è estremamente difficile raggiungere un livello di istruzione soddisfacente. Ciò è particolarmente evidente per gli orfani. La mancanza di adeguate opportunità di formazione e di competenze rende molto difficile l'accesso al mercato del lavoro. I giovani sono perciò esposti all'abuso di droghe, alcol e alla criminalità.
• Ragazze vulnerabili, esposte allo sfruttamento. In particolare, le orfane o ragazze disabili sono fisicamente, sessualmente e emotivamente abusate. Vengono usate come oggetti di piacere o sottoposte a lavoro forzato e per loro risulta estremamente difficile crescere serenamente o accedere ad un livello pur minimo di istruzione.
• Donne vittime di ingiustizia sociale. Oltre a sostenere la maggior parte del carico familiare, molte di loro sono vittime di violenza domestica. Si tratta di donne per lo più analfabete e impiegate pressoché esclusivamente nel settore informale.

La violenza di genere e gli abusi sui minori

La violenza contro le donne è un fenomeno largamente diffuso nello Zambia. Le ragioni sono culturali: al genere femminile è assegnato un ruolo subordinato al maschio e questa subordinazione riguarda ogni ambito, incluso quello sessuale.
Il fenomeno è più drammatico negli slum, dove l’abuso di alcool, i bassi livelli di istruzione e la trappola della povertà alimentano comportamenti violenti a danno del genere femminile.
Raramente le donne denunciano e ancor più raramente il caso finisce in tribunale: la maggioranza delle donne non è nemmeno cosciente dei propri diritti e considera “pressoché normale” essere picchiata dal marito.
La dipendenza economica (spesso associata ad un basso livello di istruzione), o il solo fatto di non avere un altro luogo dove andare, scoraggia una denuncia.
Spesso anche la famiglia di origine rifiuta di riaccogliere una figlia vittima di violenza: la donna è stata infatti “comprata” dalla famiglia del marito ed è una sua proprietà.

Ulemu e l'Unità Antiviolenza

Ulemu, No One Excluded, è una ONG zambiana che gestisce il progetto Stop the Violence, a favore delle vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica nelle aree più povere della periferia di Lusaka (Zambia). Il progetto Stop the Violence, attivo dal 2018, è sostenuto da Fondazione Pro.Sa.

Dal 2019 il progetto Stop the Violence ha aperto una Unità Antiviolenza all’interno del maggiore ospedale pubblico della zona, che costituisce l’unico punto di riferimento per le numerosissime vittime di violenza.
L’unità, composta da quattro operatori locali e dalla coordinatrice italiana, offre alle vittime una assistenza gratuita che si declina in diverse forme: uno spazio di ascolto, l'accompagnamento per accedere alle cure e per ottenere la certificazione sanitaria necessaria per avviare una procedura legale, visite domiciliari, consulenza legale e assistenza in tribunale, counselling di coppia e supporto alla genitorialità.
Il team dell’Unità Antiviolenza si interfaccia ogni giorno con diverse stazioni di polizia, dove spesso deve confrontarsi con corruzione e pregiudizi culturali di ogni genere, che derubricano una violenza a consuetudini normali all'interno di una famiglia.
Nel 2021, anno in cui la pandemia e l’instabilità politica legata alle elezioni generali di agosto hanno ulteriormente aggravato la già precaria situazione economica sociale, le vittime registrate dall’Unità antiviolenza di Kanyama sono state 1300, di cui 345 minori.
La situazione è particolarmente preoccupante per le bambine e adolescenti: 211 sono state abusate sessualmente nel 2021, ma si ritiene che il fenomeno abbia dimensioni molto più tragiche.

Descrizione del progetto - Costruiamo Futuro


Nel 2022 l'ONG Ulemu ha chiesto una mano alla Goccia per potenziare il lavoro dell'Unità Antiviolenza.
Nasce così il progetto "Costruiamo futuro: emancipazione femminile e tutela di minori vittime di violenza a Lusaka". L'obiettivo è di contribuire a dare un supporto mirato, con benefici a lungo termine, alle persone assistite dall'Unità. Il progetto si snoda in due direzioni principali.

1) Formazione professionale - beneficiari adolescenti e giovani donne

Il livello culturale medio della popolazione di Kanyama, John Laing e Chibolya è mediamente molto basso.
L’analfabetismo è diffuso, soprattutto nella popolazione femminile.
Ciò ovviamente costituisce un ostacolo grave alla emancipazione femminile e non offre prospettive alle adolescenti che con ogni probabilità non disporranno in futuro di risorse per tutelare se stesse e i loro figli.
Per questo, dopo una opportuna selezione delle candidate, offriamo loro la possibilità di frequentare corsi di formazione professionale in catering, house keeping, computer studies, tailoring, food production, ecc.
Si tratta di corsi brevi (da tre mesi ad un anno) al termine dei quali viene rilasciato un titolo che consentirà alle corsiste di trovare più facilmente una occupazione.
Anche in questo caso, il team dell’Unità Antiviolenza è in grado di selezionare le candidate più adatte e di seguirne il percorso formativo.

2) Tasse scolastiche – beneficiari minori in situazioni emergenziali

All’Unità Antiviolenza affluiscono purtroppo casi drammatici di bambini e bambine picchiati in modo efferato o in condizioni deplorevoli, per i quali il mancato accesso all’istruzione è dopotutto l’abuso meno aberrante.
Non sono rari i casi di punizioni inferte con ferri roventi o acqua bollente; le punizioni corporali sono purtroppo ancora molto diffuse e a ciò si somma la violenza sessuale, anche a danno di bambine molto piccole.
L’allontanamento di un minore da un contesto violento è un processo molto complicato: i servizi sociali zambiani sono del tutto inefficienti, gli orfanotrofi sono pieni e per lo più non accettano minori disabili, le comunità di accoglienza sono pochissime e comunque tengono il minore per pochi giorni per poi rimandarlo nel nucleo da cui proviene.
Il team si adopera ogni giorno per trovare una nuova collocazione al minore, ma non sempre la cosa è possibile.
Una via d’uscita è la frequenza di una scuola o di una "boarding school", cioè una scuola dove il minore possa anche abitare.
Ciò lo sottrae almeno dallo sfruttamento, perché spesso bambini anche molto piccoli vengono usati per vendere qualcosa al mercato; inoltre, a scuola hanno la possibilità di accedere ad almeno un pasto, cosa che non è affatto scontata in contesti di grave emarginazione.

Foto


Fondi inviati


Anno 2022 euro 10.000,00
Anno 2023: euro 10.000,00

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