La Goccialetter

 
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Newsletter n.112 - Anno XI
GOCCIA letter di LUGLIO 2014
"Vivere con meno è il nostro risarcimento" Vandana Shiva
Campo estivo in Kenya
Sono 18 i giovani che ad agosto partiranno per il campo estivo in Kenya. Con loro porteranno 400 Kg di materiale destinato alla casa di Tone La Maji, ai giovani del carcere minorile di Kamiti e al nostro ospedale in Sud Sudan.
Cari ragazzi, vi auguriamo un’esperienza bellissima e profonda e vi aspettiamo per ascoltare e rivivere le emozioni che vi porterete a casa. Intanto, buon viaggio!
Buon lavoro, Lele!
Un abbraccio ed un pensiero ad un altro giovane della Goccia in terra africana. Lo scorso mese Emanuele è partito alla volta del Congo dove per un anno sarà responsabile dell’implementazione di un progetto agricolo gestito dalla Caritas Italiana. Sale così a 4 il numero dei giovani-goccia impegnati in progetti umanitari nel Sud del Mondo: Enrica ad Haiti, Marco in Etiopia, Ileana in Sud Sudan.
Chiusura estiva
Anche la Goccia per qualche giorno si riposa. Saremo chiusi dal 30 luglio al 10 agosto.
Buone vacanze a tutti voi!
Bonifici
Il mese scorso abbiamo inviato 25.950 euro al Centro San Giuseppe di Addis Abeba.
NON LAVARTENE LE MANI - Guida alle guerre dell’acqua
Pubblichiamo un articolo estratto dal nostro giornalino Risorse Disumane.

GUERRE DELL’ACQUA?
1995: il presidente della Banca Mondiale dichiara che "se le guerre di questo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del prossimo avranno come oggetto del contendere l’acqua".
2011: El Nur, professore all’American University del Cairo, dichiara che in Sud Sudan nonostante l’indipendenza si sta creando una situazione esplosiva, con le diverse etnie che reclamano egualmente terre, pascoli e soprattutto acqua, ancor più che petrolio.
2013: scoppia in Sud Sudan una sanguinosa guerra civile tra l’etnia Nuer e quella Dinka.

Sicuramente ogni conflitto è frutto di cause diverse, però leggere queste tre informazioni una in fila all’altra apre gli occhi su quanto seriamente vada preso l’utilizzo di una risorsa, l’acqua, la cui disponibilità consideriamo banale e scontata tanto quanto è banale e scontato il gesto di aprire un rubinetto.
Se parliamo di petrolio i giacimenti si trovano in siti specifici, che siano l’Iraq o la Russia, ma per quanto riguarda l’acqua no, l’acqua è quasi sempre transnazionale. Pensiamo al Nilo che scorre lungo mezza Africa: Egitto Etiopia Sudan Eritrea Kenya Uganda Tanzania Ruanda Burundi e Congo. Se la Tanzania decidesse domani di costruire delle dighe per sfruttare l’energia idroelettrica, andrebbe a modificare la disponibilità d’acqua per gli altri paesi. Lo stesso vale nel medio-oriente tra Israele e Palestina, e nel Kashmir tra India e Pakistan. L’ interdipendenza tra i paesi per lo sfruttamento dell’acqua finisce il più delle volte per creare problemi, quando in realtà potrebbe generare dinamiche positive per lo sfruttamento.

COME MAI L’ACQUA STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ IMPORTANTE?
Una famiglia media europea consuma quotidianamente 165 litri d’acqua al giorno per mangiare, lavarsi e cucinare (dati WWF).

Proviamo ad immaginare che pian piano anche gli indiani, i cinesi e tutti gli africani inizino a consumare le risorse idriche come noi. L’aumento del numero di persone che consumano acqua, insieme all’aumento pro-capite di consumo provocheranno un incremento esponenziale dello sfruttamento! Se consideriamo che solamente il 2,5% dell’acqua che copre il pianeta è dolce, ma solo l’1% è accessibile (la restante infatti è racchiusa in ghiacciai e sottoterra), iniziamo a capire... ma ancora non ci siamo. Difatti, per quanta acqua utilizzino le persone (acqua reale), non sarà mai pari a quella usata dall’industria (acqua virtuale). Per esempio una bistecca di 3 etti di manzo "costa" 4.000 litri durante la produzione. Inoltre molte fabbriche utilizzano l’acqua per il raffreddamento dei macchinari ed altri usi. Noi quest’acqua non la vediamo, ma la usiamo, e da questo punto di vista risulta più chiaro come sia possibile giungere ad una guerra dell’acqua, ed è interessante notare come sia già partita una "corsa all’acqua": molti paesi infatti hanno una impronta idrica (consumo di acqua reale + acqua virtuale), superiore alla disponibilità del loro territorio, sono dunque importatori d’acqua.

COSA POSSIAMO FARE?
Tutte queste informazioni sembrano scollegate l’una dall’altra, ma in realtà fanno parte di uno stesso ciclo dell’acqua: che sia per costruire una diga, per produrre una bistecca o per farsi una doccia, l’acqua è una risorsa limitata del nostro pianeta, e i poteri forti del mondo hanno iniziato a rendersene conto. A noi non resta che sperare che i vari enti internazionali raggiungano degli accordi di sfruttamento dell’acqua prima che la "sete" possa causare altri conflitti. Nel frattempo ognuno può essere attore di un cambiamento: si dovrebbe usare meno acqua quotidianamente, cambiare abitudini alimentari (come mangiare meno carne), oltre che monitorare che le aziende producano usando poca acqua e soprattutto non inquinandone.
Emanuele Arosio
Associazione La Goccia Onlus
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"Tutto quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno" (Madre Teresa di Calcutta)

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 Goccialetter - Serata alla Goccia: "Luci ed ombre nella cooperazione"

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