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Newsletter n.122 - Anno XII
GOCCIA
letter
di
LUGLIO 2015
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"Quando riuscirò ad amarti senza guardare il colore della tua pelle, senza indagare sulla tua fede, senza chiederti se sei ricco o povero, quel giorno avrò vinto perché sarò in grado di stringerti la mano" |
Chiusura estiva
Anche La Goccia si concede un periodo di vacanza. Saremo chiusi da lunedì 3 agosto a lunedì 10 compreso. Vi aspettiamo già dall’11 agosto al nostro mercatino. Buone vacanze a tutti voi!
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Grazie dal Kalika Community Hospital
Carissimi,
vi giunga il nostro grazie. Siete stati tanti che avete risposto all’appello per sostenere il Kalika Community Hospital dopo il terremoto in Nepal del 25 aprile scorso. Abbiamo ricevuto 4.723,50 euro a cui vanno aggiunti 5.655,00 euro raccolti dall’amico Marco Zaffaroni.
Da sempre la popolazione nepalese vive in uno stato di un’indigente povertà e di carenza di strutture sanitarie. Il terremoto non ha fatto altro che acuire questa situazione.
I mass media, passata l’emergenza iniziale, ormai non ne parlano più. Purtroppo questo non vuol dire che i bisogni in Nepal siano finiti.
La Goccia ha provveduto ad inviare 52.000 $ all’Ospedale di Kalika che copriranno le spese di mantenimento fino a giugno 2016.
Ancora grazie.
Non dimentichiamoli!
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Ringo Nocciola e Choco
Ancora una novità: ci hanno donato i nuovissimi Ringo Nocciola e Choco con le figurine dei calciatori.
Sono pacchetti da 6 porzioni e ogni porzione contiene 6 biscotti. La Goccia ve li propone a 1 euro al pacchetto... come sempre molto meno del loro costo reale. Affrettatevi! Hanno scadenza 21 agosto.
Aiutateci col passaparola tra i vostri amici e colleghi. Vi aspettiamo.
Grazie!
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Bonifici inviati
Abbiamo inviato 10.000 euro in Kenya per il progetto Hema Center, 20.000 euro in Etiopia al Centro San Giuseppe di Addis Abeba e 52.000 $ in Nepal per il Kalika Community Hospital.
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Newsletter di giugno
Abbiamo avuto dei problemi con l’invio della scorsa newsletter. Se non l’aveste ricevuta potete leggerla a questo link.
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L’isola che c’è ma che non ci sarà
Qui di seguito il primo articolo della nuova edizione del Corriere della Goccia. La storia di una piccola isola nel Pacifico che ricorda molto da vicino la nostra Terra.
Immaginate di vivere su un minuscolo pezzetto di terra nel bel mezzo
dell’Oceano Pacifico ed immaginate anche di poter vivere solo in prossimità delle coste,
perché il resto del territorio è un colabrodo di cunicoli, rocce e materiale escavato.
Questa è la storia dell’isola-stato più piccola al mondo: la Repubblica di Nauru, 10.000
abitanti su 21 kmq. La straordinaria ricchezza di quest’isola si è trasformata paradossalmente
nella sua sventura. Nel corso di migliaia di anni, milioni di uccelli marini hanno depositato il loro guano
sui coralli di Nauru, creando ingenti giacimenti di fosfati, rocce dall’immenso valore per la loro
importanza in agricoltura come fertilizzanti, ma anche con diverse applicazioni industriali.
Inutile dire che dal suo avvistamento nel ‘700, l’isola in breve tempo fece gola a diverse nazioni
che fecero a gara per accaparrarsela. In meno di cent’anni fu occupata da tedeschi, inglesi, neo-zelandesi,
giapponesi ed australiani, e nel 1968 ottenne l’indipendenza, ritrovandosi però con un territorio
per l’80% devastato dall’attività estrattiva e quindi inutilizzabile ai fini abitativi.
Il nuovo governo si è profuso in un vano tentativo di diversificare
| l’economia locale con la pesca, il turismo e trasformando lo staterello in un "paradiso fiscale", ma con scarsi risultati. Ad aggravare la situazione ci si è messo anche il riscaldamento globale con l’innalzamento del livello del mare, che in un’isola appena di pochi metri sopra il bagnasciuga ha effetti devastanti. Non è difficile ipotizzare che in futuro gli abitanti dovranno evacuare il sovraffollato isolotto. Quale futuro quindi per Nauru? Ma la vera domanda è "Quale futuro per noi?".
Infatti questa vicenda un po’ triste in realtà ha molto da dirci.
Non ci troviamo anche noi forse su un pianeta sperduto nello spazio, dalle risorse limitate, con un’economia sempre più impattante sull’ambiente ed una popolazione in crescita?
Ma soprattutto al contrario dei naurani, noi non abbiamo una via d’uscita verso un’altra terra.
Diventa quindi più che mai necessario essere consapevoli e muoverci affinché la nostra presenza sulla Terra diventi quella di ospiti rispettosi e non quella di rapaci estrattori di risorse e devastatori di paradisi tropicali e non.
Oltre che per noi, tutto questo è un dovere soprattutto verso le future generazioni. M.S. |
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"Tutto
quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo
facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno" (Madre Teresa di
Calcutta) | | |